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martedì 4 ottobre 2016

L'Osservatorio (tutto ciò che c'è da sapere sulla politica italiana)

IL PANORAMA POLITICO TRA LE RECENTI AMMINISTRATIVE ED IL REFERENDUM.

Il “no” alle Olimpiadi a Roma era già scontato visto che la Raggi lo aveva promulgato durante la campagna elettorale per le Comunali; resta però evidente la strumentalità di tale posizione, finalizzata, in questo momento per loro assai delicato, a compattare i militanti del Movimento 5 Stelle e restituire credibilità, agli occhi degli stessi, alla sua figura di Sindaca, verso cui i mugugni per l’inconcludenza del suo operato, almeno finora, stavano diventando veri e propri risentimenti (“Questa ci porterà tutti allo sbando”, aveva detto pochi giorni fa un consigliere comunale di Roma). 
Al di là dello sgarbo istituzionale (far attendere senza presentarsi Malagò, Pancalli e la Bianchedi è stata davvero una maleducazione!) emerge tutta la preoccupante incapacità di un Movimento che rifiuta di “gestire” la cosa pubblica, se questa , nella sua complessità, rischiasse l’esposizione a possibili figuracce che ne intaccherebbero definitivamente l’immagine. 
Dire che non si vogliono le Olimpiadi “del mattone” infatti è usare una frase ad effetto priva però di consistenza. Proprio per un Movimento che si pone come radicale alternativa di metodo e di merito nel modo e nella concezione della  politica locale e nazionale, un’espressione del genere significa “noi non siamo in grado di saper gestire e togliere dalle mani affaristiche dei potenziali profittatori tutte le opere necessarie per lo svolgimento di una tale manifestazione”, pur essendo nella privilegiata posizione di guida dell’amministrazione comunale, in grado quindi di orientare le scelte, anche economiche, su come e dove realizzarle! 
Poiché, nell’ipotetico caso di un “sì” alle Olimpiadi, l’eventuale emersione nel corso delle opere previste di intrighi, sospetti, situazioni ambigue, avrebbe rappresentato per i “5 Stelle” la fine di ogni cosa, hanno preferito non rischiare, impedendo alla città di avere un’occasione che da qui ad otto anni l’avrebbe aiutata a “crescere”  e migliorare  (è successo per altre città, pensiamo a Barcellona), come peraltro sostenuto dal “loro” stesso  assessore Berdini (uno “di sinistra e anti-palazzinaro”). Il risultato finale di tutto ciò è la riconferma della leadership assoluta di Beppe Grillo, resosi conto che probabilmente i suoi pupilli, oltre a mostrare difficoltà nelle amministrazioni (non solo Roma, ma anche Livorno, la stessa Parma, Bagheria…) si beccano tra loro come galli (tutti sono a conoscenza che la stessa Raggi non è amata da una parte qualificata del Movimento “romano”, per non dire del risentimento verso Di Maio e Di Battista…). 
I “5 Stelle” prosperano sulle inefficienze vere (che ci sono) o presunte della politica “ufficiale”, ma stentano a proporsi come reale alternativa perché finora non mostrano di avere le idee chiare su questioni  cruciali, a partire ad esempio  dall’Europa. All’indomani della sciagurata “Brexit” diversi esponenti pentastellati infatti avevano pubblicamente dichiarato la loro contrarietà all’Euro (?), pur volendo rimanere in Europa! Come questo sarebbe possibile nessuno di loro lo ha spiegato (e quasi certamente non esiste spiegazione trattandosi di una evidente contraddizione); per non parlare dell’immigrazione. Qual è la loro posizione? Ed in politica estera? E per rimanere “in casa nostra”, quali le loro ricette per risanare l’economia? Il reddito di cittadinanza? La decrescita felice? E che dicono ad esempio su una riforma del fisco? 
Magari al riguardo si facciano illuminare dal loro capo (Grillo) che se ne intende, visto che fu condonato nel 2005 dal governo Berlusconi (l’anno dopo ci sarebbero state le elezioni vinte da Prodi, ma col Porcellum, urgentemente “allestito alla bisogna”); e se il condono estingue la pena non cancella certo la “macchia morale”, ammenocchè Grillo non abbia nel frattempo restituito alla Stato i soldi sottrattigli con l’evasione.  La manifestazione di Palermo di ieri domenica 25/9 ha poi scoperto un lato fortemente settario ed antidemocratico dei “5 Stelle”, con l’aggressione ai giornalisti presenti, solo perché tali, definiti “buffoni”. Evidentemente c’è chi ritiene che al di fuori del Movimento esista solo il Male e quindi tutto il “sistema” (partiti e stampa) sia espressione di questa medaglia (cose analoghe già viste in passato!!).
A questo punto, in un simile non esaltante panorama politico, credo che il nostro partito debba trovare seriamente e prontamente uno nuovo slancio riformistico, un ulteriore farsi carico del cambiamento del Paese, dando “obbligatoriamente” però segnali concreti di una più decisa inversione di rotta, rispetto al passato, su temi quali le povertà vecchie e nuove, l’ineguale distribuzione della ricchezza, la riforma fiscale (come detto), quella della Scuola (rivedendo le criticità della Buona Scuola) e dell’Università (è in gioco la formazione dei giovani), il rinnovo di un SSN universalistico… 
Il timore è che il referendum costituzionale, comunque vada, si trasformi in una resa dei conti interna, a detrimento del partito e del Paese…Non lamentiamoci poi che vincono i 5 Stelle; almeno imparassimo una volta per tutte ad incalzarli, nei dibattiti, nei talk show, sui quotidiani circa le questioni appena citate sull’Italia, l’Europa, il mondo!  
Ma se diamo immagine di divisione avranno buon gioco (anche se sono divisi non poco tra loro) perché sono percepiti comunque come “anti-politica”: e per tanti questo è già motivo (forse l’unico) sufficiente per votarli.

1 commento:

  1. Oltre alle condivisibili considerazioni contenute nell'osservatorio un argomento vorrei aggiungere a proposito della questione delle olimpiadi del 2024 a Roma. Sostanzialmente si è verificato questo: l'Italia si è ritirata dalla gara per organizzare le Olimpiadi perchè Grillo a settembre ha emesso la famosa fatwa alla Raggi "NO ALLE OLIMPIADI" e così poter ricompattare le sue truppe in preda alla "guerra per bande". Quello che trovo sia aberrante è che un paese che ha già investito 20 milioni nella preparazione della candidatura alle olimpiadi, per la quale c'era l'appoggio del Governo e della Regione Lazio e che aveva ottime probabilità di vincere la concorrenza, non si sia potuto giocare le proprie chances per aggiudicarsi i giochi a causa di un diktat via Blog di un giullare autoproclamatosi "capo" di un movimento politico che con queste prassi sembra piuttosto somigliare pericolosamente ad una setta (altroché uno vale uno). Un paese intero ha dovuto subire passivamente una decisione delicata senza che il comitato promotore potesse nel merito farsi ascoltare dalla Raggi.Per rinunciare alle olimpiadi e'bastato un diktat, proveniente da un sedicente "capo" politico sprovvisto di qualsiasi ruolo istituzionale,al sindaco della capitale d 'Italia eletto cono i voti dei cittadini. La Raggi, titubante fino ad allora sulla scelta da prendere, è stata di fatto messa con le spalle al muro e ricattata pena l'espulsione dal movimento.
    Riflettiamo tutti insieme quale vulnus è stato inferto nell'occasione alla qualità della nostra democrazia, per essere consapevoli di come sano pericolosi i processi decisionali che ispirano l'agire politico di questa forza auto candidatasi al governo del paese.

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