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giovedì 26 gennaio 2017

Casa di riposo di Asti, un gran risultato per la tutela degli anziani e dei posti di lavoro

Cambio di rotta. Da un disavanzo nella carta contabile di oltre 1,5 milioni di euro, registrato dal 2013 al 2015, «nel 2016 c’è ancora una perdita da sanare, ma una netta inversione di tendenza rispetto al passato». Sono positive le parole del commissario straordinario Giuseppe Camisola, che il 1° marzo 2016 era stato incaricato dalla Regione di condurre la struttura al risanamento. Il suo mandato, scaduto a settembre scorso, rinnovato di altri sei mesi, terminerà il 28 febbraio, ma potrebbe essere riconfermato. «Abbiamo registrato i primi segni positivi di chiusura mensile» afferma, anche se «chiuderemo il 2016 con 200 mila euro di perdita» per la Casa, suddivisa in cinque dipartimenti, dove lavorano 150 dipendenti per un massimo di 345 ospiti. Camisola: «nel 2017 prevediamo di rientrare del disavanzo e nei prossimi tre anni di risanare i debiti». Gli investimenti. Se il piano sarà rispettato, «entro i prossimi quattro anni - aggiunge - inizieremo a fare utili». In programma c’è anche la realizzazione di un Nucleo Alzheimer temporaneo (Nat) che manca alla provincia astigiana. Nella struttura di via Bocca, infatti, c’è solo un centro diurno che se ne occupa, ma che segue in contemporanea anche i disabili. Inoltre, il commissario anticipa che a febbraio convocherà i rappresentanti delle istituzioni e degli enti pubblici locali ai quali sarà presentato il piano triennale, «per far nascere nuove sinergie». Accordo sindacale. Intanto, è stato sottoscritto un protocollo di intesa con Cgil, Cisl e Uil. «Riguarda - spiega Camisola - principalmente le prospettive di sviluppo dell’ente, la nuova gara per l’affidamento dei servizi, con una particolare attenzione alla tutela dei lavoratori e alla qualità delle prestazioni, la necessità di approfondire, congiuntamente con gli altri enti ed istituzioni del territorio la difficile situazione relativa ai lavoratori con limitazioni». «I sindacati - prosegue - convergono con l’amministrazione della struttura sulla necessità di affrontare insieme le problematiche che il percorso di adeguamento e messa a norma che la Casa affronterà nei prossimi due anni».

martedì 24 gennaio 2017

L'Osservatorio (tutto ciò che c'è da sapere sulla politica italiana) - Numero Speciale

Lo sciacallaggio sul terremoto. Ha proprio ragione Stefano Folli, giornalista de “la Repubblica”, quando afferma nel suo editoriale di ieri (20/1) che sul terremoto e sulle nevicate che si accaniscono su quelle popolazioni il Paese sta perdendo quel minimo di coesione nazionale che stava faticosamente delineandosi dopo il 4 dicembre. Le opposizioni, nell’imminenza peraltro della sentenza della Consulta sul sistema elettorale, che potrebbe preludere ad un’accelerata verso le elezioni anticipate, non avendo altri argomenti, cominciano a parlare di ritardi nei soccorsi, addossandone la responsabilità “ovviamente” al Governo. Al riguardo però alcuni Sindaci dei centri coinvolti, in primis quello di Amatrice, hanno subito smorzato ogni polemica, partita da altri loro colleghi “primi cittadini”, su vere o presunte lentezze della macchina dei soccorsi. Ora, come sempre accade, avvicinandosi appuntamenti elettorali, si sguainano gli spadoni e le lingue, anche quelle arrugginite, diventano taglienti come lame. Non si tratta di difendere obbligatoriamente il Governo, o meglio la Protezione Civile, cui comunque bisogna dar atto di un impegno nell’affrontare difficoltà ben al di sopra di ogni ragionevole pensiero, visto il “combinato disposto” terremoto-maxi-nevicata, tenendo conto che trattasi di zone montagnose con paesi spesso ad unico accesso stradale, tutti bloccati come si è visto dalle abbondanti nevicate, quanto invece di capire quale senso dello Stato e della solidarietà abbiano gli autori, assai interessati, di tali dichiarazioni sempre al di sopra delle righe, nei toni e nei modi. Ora è il tempo della collaborazione solidale, del sedersi tutti intorno ad un tavolo e di programmare, insieme col Governo, le strategie possibili per la ripresa economico-sociale di quelle Regioni. Si preferisce invece (Salvini!) insultare Vasco Errani che pure, da Presidente dell’Emilia Romagna, aveva ben operato in occasione del locale terremoto; ci si è messo persino Bertolaso, esprimendo giudizi pesanti nei confronti di Curcio, Capo della Protezione Civile. L’ipotesi di un dividendo elettorale da sfruttare su quanto sta accadendo in quelle zone ha ottenebrato quel poco di lucidità e quel minimo (si può certo dire così) di coscienza critica presenti in alcuni dei protagonisti della vita politica italiana, i quali come detto, non avendo altri argomenti per proporsi quale alternativa, non sanno far altro che cavalcare l’emozionalità delle situazioni, condendo il tutto con l’insulto, assai gradito di questi tempi, per lucrare voti! Non mancano in questo contesto i “5 Stelle”, presi ormai dalla “foia” delle elezioni politiche da vincere ad ogni costo, pena la loro progressiva insignificanza nel tempo, per cui qualsiasi cosa possa tornar utile per raggranellare voti và bene, senza star troppo a sottilizzare: in questo momento i ritardi veri o presunti dei soccorsi è un argomento che tira? Bene, lo si deve cavalcare, senza valutare se davvero tali ritardi ci sono stati e se dovuti a negligenze o ad oggettive difficoltà organizzative! A Salvini e Bertolaso si può ricordare il terremoto de L’Aquila, con “qualcuno” che già rideva sotto le coperte quella notte stessa, pensando ai lucrosi affari della ricostruzione! Dov’era Salvini quando quel signore rideva? E qualcuno ricorda una sua posizione dura e critica nei confronti di quel tale? E Bertolaso? Ma c’era la Lega al governo all’epoca: come si poteva sputare nel piatto dove si stava mangiando? A Grillo bisognerebbe ricordare, pur riconoscendo la volontà appena espressa di abbassare il tono delle polemiche sui soccorsi, che o i “5 Stelle” portano una novità in termini di proposte e di “stile” politico, ed allora si possono ascoltare, oppure diventano “addendi” da sommare inevitabilmente ad “altri urlatori” del variegato pollaio politico-parlamentare italiano, peraltro col supporto di una struttura “web”, dove puoi spararle come ti pare. Purtroppo, l’ennesima infelicissima uscita di Di Maio (sempre lui!), dopo la liberazione dalla enorme slavina che ha travolto l’albergo Rigopiano dei primi “sepolti vivi”, circa il fatto che “gli eroi sono quelli che salvano i bambini non le banche” (testuale) è la testimonianza pura di una voglia di speculare ad ogni costo, del desiderio di non sprecare l’occasione così drammatica di un terremoto sotto una eccezionale nevicata per una ricerca del consenso, del tentativo di “ricordare” alla pubblica opinione, esaltata dal salvataggio dei bambini, quindi poco propensa alle polemiche create ad ogni costo, che sì ci sono gli eroiche salvano, ma chi ci guida è il Governo “delle banche”, quasi ad esorcizzare l’idea che l’apprezzamento per l’opera della Protezione Civile si trasformi in benevolenza verso il Governo stesso (come capita in momenti del genere)… Perché Di Maio, Grillo e Casaleggio non si fanno invece promotori di una raccolta di fondi, coinvolgendo “i 40.000” della rete, quelli chiamati a ratificare l’accordo con i Liberali in Europa, poi disdetto il giorno dopo? Se ognuno di questi 40.000 donasse 100 E (finchè non ci sarà il referendum proposto dai “5 Stelle” sarà l’euro la nostra moneta!) si arriverebbe a 4.000.000 di Euro (circa 8 miliardi di una volta, quando ritorneremo alla lira…….!), una cifra forse insufficiente ma significativa che avrebbe molto più valore, per i terremotati, delle polemiche ad arte sui ritardi! O no? Rimane comunque, e non tanto sullo sfondo, il problema della gestione del territorio e delle strade, in particolare quelle di montagna. La responsabilità è dei Comuni (molto spesso piccoli, ma che devono gestire anche 70-80 Km di rete viaria difficoltosa) o delle Province, di fatto confermate dopo il referendum del 4 dicembre? E i fondi?... Sono “semplici” domande, per ora messe temporaneamente nell’angolo, ma che torneranno prepotentemente in prima linea, tanto più dopo la portata degli eventi di questi giorni. Ci consola però il fatto che queste drammatiche vicende stanno facendo emergere il “meglio” del nostro Paese, non solo per la capacità, l’impegno e la dedizione di tanti volontari dal Nord e dal Sud (che non prendono un soldo!) verso chi vive un profondo disagio, ma anche per la gente stessa toccata da questi dolorosissimi fatti: un dolore sempre composto, mai una polemica “fuori posto” (lamentare eventuali disagi è normale e doveroso, non polemica), un manifestare voglia di ricominciare, dimostrando attaccamento alla terra…Questa Italia merita ben di più di qualche ciarlatano che và in tv ad insultare o a spararle grosse solo per lucrare voti. Che qualcuno da oggi in avanti lo ricordi; forse solo così la politica può davvero pensare di rinnovarsi. Gianni Amendola

730.294€ : Nuovi fondi per contrastare l'emergenza casa.

A illustrare le iniziative del Comune e presentare le attività svolte sono stati il sindaco di Asti, Fabrizio Brignolo, l'assessore alle Politiche Sociali, Piero Vercelli, e la responsabile dello sportello per la cittadinanza “Servizio Ca.sa.”, Ornella Lovisolo assieme ad Andrea Berzano, dirigente del settore dei Servizi Sociali del Comune. L'assessore Vercelli, ha sottolineato come negli ultimi 24 mesi si sia dimezzato il numero di famiglie a cui il Comune ha dovuto interessarsi direttamente: si è passati dalle 90 famiglie di inizio 2015 alle attuali 45 prese in carico dal Comune. Molte di queste sono ricorse al Fondo di morosità incolpevole, riservato a quei nuclei famigliari che si trovino impossibilitati a provvedere al regolare pagamento del canone di locazione, a causa della consistente riduzione del reddito del nucleo familiare a seguito di perdita di lavoro, licenziamento, cassa integrazione. “Una situazione che è calata sensibilmente, ma che ha garantito - spiega ancora Vercelli -, una certa gestione chiara e semplificata dell'emergenza da parte del Comune, che ha valutato accuratamente assieme agli uffici comunali competenti, i singoli casi di persone che avevano necessariamente bisogno”. Sempre il titolare dei Servizi Sociali, si è poi voluto soffermare sulla situazione delle varie strutture dislocate in città, occupate abusivamente da diversi anni e che saranno entro breve liberati. Per quanto riguarda l'ex complesso ASL di via Orfanotrofio, sta proseguendo l'iter di progettazione e i dettagli per una soluzione accettabile e condivisa su una riconversione e una sua nuova destinazione d'uso adeguata. È stato invece raggiunto un accordo di compromesso per la palazzina di Strada Fortino tra la proprietà che chiederebbe di riaverla indietro e i vari inquilini che occupano lo stabile: gli occupanti sono obbligati a un pagamento equo dell'affitto. Si tratta di un accordo provvisorio anche perché nel futuro dell'immobile incombe l'ombra dello sfratto, recentemente previsto e fissato dall'ufficiale giudiziario per il 5 maggio prossimo. Vercelli, ha poi ribadito che sarà finanziato un'importante investimento sugli ex magazzini comunali dismessi di viale Pilone: saranno non soltanto destinati alle famiglie che attualmente si trovano nella palazzina di viale Orfanotrofio ma anche come punto di presidio per l'intera zona. A buon punto anche la questione delle palazzine di via Allende, con le pratiche che sono state appena attivate per farle passare sotto il controllo del Comune, e per 30 alloggi da destinare a edilizia popolare di via Ungaretti, in cui al massimo entro un anno, dovrebbero partire i lavori con la collaborazione dell'ATC Cuneo. Ancora ben lontana da una soluzione definitiva, invece, la situazione degli alloggi di corso Volta. Ornella Lovisolo, responsabile del Servizi Ca.sa è andata nello specifico con dati e informazioni dettagliate su quanto è stato realizzato negli ultimi anni. Asti è risultata il secondo comune assegnatario di fondi a livello regionale, preceduta solo dalla Città metropolitana di Torino. Nel 2014 la Regione ha erogato al Comune di Asti fondi di provenienza ministeriale per circa 325.000 euro, interamente utilizzati durante il 2015 per andare incontro alle esigenze delle fasce più deboli, portando alla risoluzione, in via temporanea, di 82 situazioni per le quali sono stati erogati contributi massimi sino a 8.000 euro per sanare le morosità pregresse a fronte del ritiro della procedura di sfratto e della stipula di un nuovo contratto a favore del medesimo nucleo familiare. “La Regione, visto l'incremento delle domande ricevute, ha raddoppiato la cifra nel 2016, destinando 730.000 euro alla nostra città che potranno essere utilizzate con una procedura migliorativa rispetto a quella precedente, grazie all'innalzamento del tetto massimo di spesa per ciascuna situazione sino a 12.000 euro, con la possibilità di erogare sino a un anno di canoni di locazione relativi al nuovo contratto stipulato”. Questo nuovo finanziamento, sarà riversato entro il termine del 2017 in modo tale da abbassare ulteriormente il numero degli sfratti. Una parte di questi finanziamenti (138.000 euro) saranno trasferiti all'agenzia Ca.sa. “Grazie a tali risorse è stato possibile sostenere finora 109 contratti di locazione. Una buona percentuale delle domande presentate da famiglie in difficoltà nel precedente bando targato 2015 per l'anno appena concluso, sono state prese in considerazione, le rispettive pratiche sono andate a buon fine e i contributi, sono stati equamente suddivise tra cittadini italiani e stranieri”. Chi fosse interessato a ricevere questo contributo, dovrà presentare domanda presso i locali dello sportello del Segretariato Sociale del Comune, in largo Scapaccino (nei pressi di Piazza Catena, Palazzo Mandela), prelevando e compilando il relativo modulo e tale domanda, se in possesso di tutti i requisiti richiesti (tra questi il reddito ISEE che non deve essere superiore ai 26.000 euro), sarà valutata e vagliata da una relativa Commissione che si pronuncerà su ogni richiesta pervenuta.

domenica 15 gennaio 2017

L'Osservatorio (tutto ciò che c'è da sapere sulla politica italiana) - Gennaio

Le contorsioni di Beppe Grillo. Credo che le capriole di Beppe Grillo, cui abbiamo assistito in questi giorni, abbiano ormai mostrato senza ombra di dubbio la totale inaffidabilità di un movimento, nato, cresciuto e “pasciuto” sull’inefficienza della politica nostrana ed in parte europea e sulla diffusa corruttela, ma che non è strutturalmente in grado di elaborare una propria visione del mondo, di un governo della cosa pubblica che sappia proporre serie e credibili soluzioni alle questioni fondamentali del nostro vivere, vale a dire il lavoro, la scuola, la sanità, la cultura, la politica estera, l’economia, l’Europa stessa, in quanto “fuori” da ogni ideologia, immedesimato com’è in una trasversalità di comodo (“non ci sono più destra e sinistra” ripetono i grillini) che però lo priva di riferimenti ideali per offrire solo risposte semplificate a problemi complessi, magari con l’assenso “on line” di poche migliaia di iscritti alla “rete”, non si sà bene su quali basi e dopo quali verifiche (alla faccia della trasparenza). Beppe Grillo ha così gettato definitivamente la maschera; le posizioni recentemente espresse ad esempio sui migranti, molto vicine nei toni e nei modi a quelle di Salvini, ormai lo collocano nell’ambito del populismo di destra. Del resto lo aveva anticipato: “Sull’immigrazione deciderò io”, quasi a ribadire che è lui, il capo dei “5 Stelle”, a dettare la linea, soprattutto crediamo per prevenire quella cacofonia che si diffonde spesso dal Movimento, composto da persone di diversa provenienza politica e sociale, su determinati e fondamentali temi. Ma è soprattutto la motivazione addotta che ne ha svelato il suo vero cinico volto: sui migranti si rischia di perdere voti, dice in sostanza; se avessero (i “5 Stelle”) espresso una posizione politica di accoglienza “avrebbero avuto percentuali da prefisso telefonico” (il virgolettato non è mio)! Per cui oggi se sei alla ricerca di un consenso devi entrare “in sintonia” con un certo pensiero comune dominante (a livello “di pancia”); sull’immigrazione tanta gente probabilmente si ritrova più su una linea di intransigente chiusura che non di accoglienza, magari sotto la spinta di balle che si dicono “on line” su presunti guadagni delle associazioni di volontariato. Grillo non sà, o forse non gliene frega nulla, che la solidarietà fattiva, la logica dell’inclusione sono “la cifra” di un popolo, di una comunità! Un popolo (quello italiano) che se dimentica da dove è partito, in tanti da nonni emigrati, per non dire dello spostamento massiccio dal Sud al Nord negli anni 50-60, perde la consapevolezza di sé. Ma volete che gliene importi qualcosa?... In un crescendo invece di protagonismo, probabilmente per far distogliere lo sguardo dai guai di Roma, l’ex comico genovese ha mandato subito dopo altri 3 messaggi al mondo politico, italiano ed europeo: il primo sul comportamento di “un 5 Stelle”, parlamentare o amministratore che sia, raggiunto eventualmente da un avviso di garanzia, il secondo la richiesta di “tribunali del popolo” per giudicare la “falsità” delle notizie sui quotidiani, il terzo la fuoruscita dal gruppo anti-europeista di Farage e subitaneo rientro, nel Parlamento europeo. Tre posizioni in pochi giorni, di cui 2 “giravolte” inaspettate, fanno pensare a mosse ad effetto meditate da tempo, certamente per dirottare l’interesse mediatico dalla Raggi e dalla sua ormai drammatica inconcludenza, ma anche per cercare di accreditare il “Movimento” stesso come forza spendibile nel panorama politico. Circa il nuovo codice etico è evidente che trattasi di un abito “ad personam” per la Sindaca della Capitale; il pensiero corre subito a Berlusconi ed ai suoi accoliti, pronti a disegnare ed a varare leggi a suo favore, in quel caso per salvarlo dalle pene detentive e/o pecuniarie, qui per permettere alla Raggi di continuare nel suo compito, in quanto una dimissione dovuta ad un avviso di garanzia rappresenterebbe la nemesi storica del Movimento e la certificazione della propria inaffidabilità a livello locale, come l’ultimo clamoroso caso di Chioggia sta ulteriormente a confermare. L’accusa poi ai quotidiani rimanda a periodi bui della nostra storia e mostra da sola l’insofferenza verso l’informazione, ritenendo che solo la “sua” (della Casaleggio Associati per intenderci) sia veritiera, quasi che le “bufale” (fake news) presenti sul web, e che alimentano un certo tipo di voto, non siano un problema di enorme rilevanza “etico-sociale”. La capriola nel parlamento europeo invece rappresenta il trionfo dell’ambiguità del pensiero (pensiero?) grillino, una faccia tosta incredibile: nello schierarsi col partito liberal-democratico, europeista “a tutto tondo” (l’esatto opposto del partito di Farage), c’è “tutto” il personaggio Beppe Grillo. Né credo che il rifiuto in extremis dell’accordo sia stato dovuto solo dal risentimento verso il capogruppo liberal-democratico Verhofstadt di molti di quei parlamentari che ignoravano la trattativa con i 5 Stelle”, quanto proprio perché tale e tanta è stata la distanza dei 2 gruppi che ci sarebbe stato da perdere la faccia (al netto delle ambizioni personali dello stesso Guy Verhofstadt di contendere il ruolo di Presidente del Parlamento europeo a Pittella e Tajani, e quindi bisognoso di voti, donde appunto l’idea dell’accordo!). Dopo la “Brexit”, come ho già scritto in un recente Osservatorio, ci furono esponenti dei “5 Stelle” che avevano proposto l’uscita dall’Euro ma non dall’Europa (tipico caso di “schizofrenia politica”); più recentemente il “costituzionalista” del Movimento, on. Di Battista, ha sostenuto la necessità di un referendum al riguardo. Come sarebbe stato possibile giustificare, qualora l’accordo coi liberal-democratici fosse andato in porto, un simile salto della quaglia, dall’anti-Europa all’“Europa”? Forse per godere dei finanziamenti per le piattaforme web nei Paesi dell’Unione?... Circa la “serietà” (in realtà era solo tattica, come ha affermato lo stesso Grande Statista Di Maio) di una tale improvvisa ed improbabile conversione all’europeismo più convinto, è eloquente la dichiarazione dello stesso nostro Vice-Presidente della Camera, fatta all’indomani del mancato accordo, con la riproposta del referendum anti-Euro!!! E ora si è aggiunta anche l’idea del grillino De Stefano per un altro sulla permanenza nella NATO! C’è davvero da trasecolare! Se questa è, o dovrebbe essere, la nuova classe dirigente del Paese, beh francamente c’è da rimanerne stupiti e molto preoccupati per il futuro dell’Italia. Non significa allora lasciare che tutto vada come sta andando; si vuol solo affermare che la Politica non si improvvisa, che necessita certo di “buoni sentimenti”, ma anche di capacità nel gestire la “cosa pubblica”, di una visione lucida e di ampio respiro... Anche la base del Movimento sembra piuttosto spiazzata: perché non manifestare allora un più aperto dissenso, come si fà (o si dovrebbe fare) in un partito aperto e trasparente? Invece no, solo mugugni, poi tutti allineati e coperti. Il perché sta proprio nella natura dei “5 Stelle”: un partito (o Movimento) fondato da una persona (in questo ricorda Forza Italia), gestito da un’azienda privata (la Casaleggio Associati) di cui si ignorano i legami con altre analoghe aziende “di settore”, sembrerebbe però con buoni agganci alle piattaforme web russe, e il “crowdfunding”, vale a dire sul finanziamento fatto da soggetti terzi; un “non partito” dove non c’è un’assemblea, un momento congressuale in cui nominare i membri di una Direzione o di una Segreteria.. Invece tutto avviene per decisione personale del leader, senza alcun dibattito né contraddittorio interni (alla faccia della trasparenza). Sembra appunto Forza Italia. Un partito che si basa sulle opinioni e sulle contorsioni del Capo che fiducia può dare? Gianni Amendola

Bando Periferie - Asti è seconda in Piemonte

Il Comune di Asti è secondo in Piemonte dopo il Comune di Torino (e ventiseiesimo in Italia, su 120 partecipanti) nella graduatoria dei progetti presentati dai comuni italiani per il Bando Periferie Asti ha infatti preceduto sia la Città Metropolitana di Torino (38) che tutti gli altri comuni capoluogo del Piemonte (Biella è 30ª, Alessandria 70ª, Cuneo 71ª). I primi 21 progetti sono finanziati con i fondi stanziati dalla legge di stabilità dello scorso anno, gli altri (Asti in primis) con quelli stanziati dalla legge di stabilità per il 2017 appena licenziata dal Parlamento. “Dobbiamo fare i complimenti ai nostri uffici – dichiara il sindaco Fabrizio Brignolo – che oltretutto hanno dovuto lavorare a tempo di record”. Videosorveglianza (600.000 euro). La videosorveglianza cittadina si arricchirà di ventidue nuove telecamere collegate con fibra ottica a questura, carabinieri e polizia municipale, posizionate agli ingressi in città. Case popolari (4.430.000 euro). In collaborazione con le imprese di Confcooperative sarà realizzato in piazza d’Armi un edificio composto da 24 alloggi che saranno assegnati dai Servizi Sociali del Comune A un canone sociale calmierato pari ad euro 3,90 al metro quadro. Viale Pilone si rifarà il trucco (550.000 euro). Il principale intervento di decoro urbano sarà realizzato in viale Pilone. Scuole. Saranno realizzate le nuove sezioni alla materna Debenedetti (500.000 euro) e sarà rimessa a nuovo la Lina Borgo (510.000 euro), alla Pascoli si renderà nuovamente fruibile la palestra (380.000 euro). Impianti sportivi. Un novo campo da basket e calcetto sotto la tettoia del parco Ferriere Ercole (255.000 euro) risanerà definitivamente quest’area verde. Verranno ampliati e risistemati gli spogliatoi del complesso sportivo della Jona e sarà totalmente rimessa a nuovo la palestra di via Momti. Sociale. Sono previsti un progetto di lotta alla disoccupazione con tirocini e borse lavoro e un vasto piano di accompagnamento sociale. Il protocollo Kyoto. È dei giorni scorsi la pubblicazione della graduatoria nazionale del bando per il cosiddetto protocollo di Kyoto in cui si sono piazzati al quarto posto il progetto di riqualificazione energetica e messa in sicurezza della scuola primaria Buonarroti per un importo di €1.194.000 e al nono posto il progetto della Rio Crosio per un importo di € 2.000.000.